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25/11/2022
Linguaggio, assistenza e sostegno, la lotta alla violenza sulle donne inizia da ognuno di noi
Al partecipato incontro a Busto Arsizio organizzato dal centro antiviolenza E.Va odv anche la nostra Bcc

La cura non solamente come assistenza, ma anche come accudimento, abbraccio, vicinanza e sostegno all’interno di un percorso per riacquistare autonomia e ricostruire la propria vita. Davanti a una platea attenta, è andato in scena giovedì 24 novembre, al Teatro Sociale Delia Cajelli di Busto Arsizio, l’incontro “Le luci della cura” promosso dal centro antiviolenza E.Va odv con il supporto dalla nostra Bcc. Un appuntamento organizzato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e che ha richiamato istituzioni, magistrati, forze dell’ordine, professionisti e tanti cittadini. Presenti anche il presidente della nostra Bcc Roberto Scazzosi, il vicepresidente vicario Mauro Colombo e il consigliere Giuseppe Barni. «Parliamo di cura perché per una donna che ha subito violenza, la cura è un aspetto fondamentale», ha introdotto Emilia Barni, presidente di E.Va odv. «Guardiamo oltre l’emergenza; guardiamo a quel percorso che permette a queste donne di riappropriarsi della propria vita e insieme vogliamo dire no alla violenza». Ma cosa fare? «Serve l’educazione», ha detto Elena Paganini, psicoterapeuta del centro antiviolenza E.Va odv. «Serve affrontare il tema dell’autonomia della persona per uscire da una spirale di violenza». Serve un linguaggio nuovo, attento, per uscire dagli stereotipi patriarcali. Ma serve anche «assunzione di responsabilità personale», ha osservato Riccardo Comerio, presidente dell’Università Liuc. Serve anche «non tacere», ha ricordato Gabriele Lazzaro, attore e regista. «Quando si ha a che fare con la violenza, il non dire ci sporca le mani in modo indelebile». L’arte, capace di parlarci nel profondo, può rappresentare una via d’uscita, come testimoniato l’artista iraniana Saba Najafi che si è presentata sul palco con un cartello riportante le parole “Donna, vita, libertà”. Dal punto di vista medico, la cura di una donna che ha subito violenza significa anche accoglienza per «ottenere il suo consenso, non farla sentire colpevole», ha detto Elisabetta Scorbati, ginecologa all’Istituto Clinico San Carlo. Occorre però non dimenticare che «siamo davanti alla violazione di un diritto di una persona, di un essere umano», ha sottolineato Olimpia Bossi, Procuratrice della Repubblica presso il Tribunale di Verbania. «La violenza su una donna è violenza e come tale deve essere combattuta e condannata». Ma il fatto di dover ribadire il no alla violenza sulle donne però ci dice di una società che questi diritti umani non li sa riconoscere. Ecco perché «è importante continuare a sensibilizzare e rafforzare le reti che possono aiutare queste donne vittime di violenza», ha concluso Barni. Riaffermando «l’importanza di avere nella nostra rete un partner come Bcc».

eva onlus 2022

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