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03/10/2011
In prima linea contro le mafie

Servono controlli costanti e unità di intenti per contrastare l'infiltrazione delle mafie. Questo l'invito rivolto da Maurizio Grigo, procuratore della Repubblica di Varese, al convegno su "Mafie a Varese e nel Nord, aspetti sociali ed economici" organizzato sabato 1 ottobre dal coordinamento giovani imprenditori di Confesercenti Varese in collaborazione con il Centro di ricerca su Etica degli affari e responsabilità sociale d'impresa CreaRes dell'università dell'Insubria. Nell'aula magna della facoltà di Scienze, è stato chiamato a intervenire anche Luca Barni, direttore generale della nostra Bcc, perché ad una realtà economica profondamente legata al territorio viene data una grande responsabilità nel monitorare movimenti sospetti. Varese e il Varesotto non sono immuni dai fenomeni mafiosi. Come ha ricordato il sindaco di Varese, Attilio Fontana, in apertura dei lavori: «Nella nostra regione c'è un grado di infiltrazione tra i più pericolosi; è un'infiltrazione di carattere strutturale. E la lotta deve essere più impegnativa». Il "mafioso lombardo" però non si muove con la lupara, ha il doppiopetto e il colletto bianco. «L'infiltrazione mafiosa usa strumenti sofisticati e potenti», ha spiegato Rossella Locatelli, direttore del CreaRes. «Come il riciclaggio del denaro sporco che è in grado di provocare anche effetti distorsivi dell'economia di mercato».
La reazione non solamente deve passare da una «necessaria collaborazione dei cittadini e un'attività di informazione continua su questi fenomeni», ha proseguito Grigo, ma anche da un indispensabile controllo puntuale sui movimenti sospetti. «Per questo, a metà del 2010 ci siamo dotati di un'apposita funzione antiriciclaggio; una funzione che implementa precise disposizioni interne, procedure e un'attività di formazione del personale», ha ricordato il direttore Barni. Per la Bcc il controllo è fondamentale. «La nostra banca risponde in modo responsabile utilizzando tutti gli strumenti a propria disposizione per contrastare il fenomeno del riciclaggio. Del resto, la redditività della nostra banca va di pari passo con l'etica che indicata nella Carta dei Valori e con quel controllo sociale che è caratteristico di una banca di credito cooperativo». La Lombardia, dove si concentra il 20 per cento del Pil, è anche la regione dove avviene il 20 per cento delle operazioni sospette. I numeri sono in crescita. «Nel 2008 ci sono state 14mila segnalazioni di operazioni sospette, mentre nel 2010 le segnalazioni sono state 37mila», ha detto Giacomo Del Soldà di Consilia Business Management. Quello che serve è la collaborazione dei professionisti perchè ad oggi «il 96 per cento delle segnalazioni arriva dai soli intermediari finanziari», ha proseguito Del Soldà. L'unità di intenti è stata richiamata anche da don Aniello Manganiello, già parroco di Scampia a Napoli per 16 anni. Il suo intervento è stato una testimonianza toccante e sentita «perché per battere le organizzazioni criminali ci vuole anche il coraggio di rischiare persino la propria vita», ha concluso il sacerdote.