La storia

Chi siamo

Il 6 Ottobre 1897 segna la fondazione della nostra Banca di Credito Cooperativo, la cui ragione sociale originaria fu Cassa Rurale Cattolica di depositi e prestiti di S. Margarita.

Don Giovanni BesanaI fondatori furono un gruppo di cattolici del paese, capeggiati dall'allora parroco Don Giovanni Besana. Tutto il clero del paese ebbe un ruolo fondamentale nella gestione della Cassa, compresi i due coadiutori, Don Angelo Tettamanzi, che ricoprì la funzione di segretario, e Don Pietro Longoni, attivo come cassiere.

I Soci fondatori furono: Pietro Berra, Luigi Borsa, Pietro Caglio, Domenico Crespi, Angelo Giacobbe, Pietro Marazzini, Patrizio Paganini, Teodoro Parotti, Paolo Pinciroli, Angelo Sartorelli, Carlo Sartorelli, Giovanni Tunici e Battista Zanzottera.

La rosa era composta da possidenti, coltivatori, contadini, artigiani, un tecnico industriale e il sacrestano. Furono fattori contingenti a spingere queste persone a fondare un istituto di credito agrario. Se, infatti, il quadro istituzionale non era complesso, l'economia stava vivendo una fase di stallo. Le innovazioni tecnologiche che si apprestavano a cambiare il volto del mondo agricolo erano ancora molto lontane da un piccolo centro come Busto Garolfo, in cui esistevano soltanto una piccola fabbrica di lavorazione dell'olio e due piccole tessiture. Erano soltanto un’ottantina le famiglie che vivevano con il salario, la paga riconosciuta agli operai; il resto della popolazione traeva sostentamento dal lavoro agricolo.

In questo quadro è facile immaginare il successo che ebbe una cassa nata con un preciso intento mutualistico; aiutare gli abitanti del paese a emergere da una situazione di ristrettezze. Il 1°Gennaio 1898 la Cassa cominciò a operare con il "patrocinio" della Cariplo, imposto dall'autorità dell'epoca. In poco tempo, tuttavia, la Cassa ha saputo conquistarsi uno spazio importante nell'economia locale, tanto che la Cariplo, da garante, tentò di assorbirla.

Un altro motivo che indusse i Soci fondatori a costituire la Cassa, fu la volontà di proteggere la comunità da una piaga che imperversava all'epoca, l'usura. Ancora molti erano i contadini che pagavano l'affitto della terra cedendo i frutti del loro lavoro: poco era il denaro liquido in circolazione e molte attività erano regolamentate con lo scambio di prodotti.

Ciò facilitava gli usurai, disponibili ad anticipare il denaro, ad esempio per l'acquisto di bestiame o sementi a fronte di interessi del 25-30% annuo; un fenomeno, questo, diffuso a livello internazionale. Le testimonianze di questa situazione e del peso che questa terribile pratica di delinquenza economica stava assumendo a Busto Garolfo erano spesso raccolte dai sacerdoti in confessionale.

Queste difficoltà rappresentarono per loro un ulteriore stimolo ad attivarsi per costituire una "cassa" che potesse rappresentare una concreta alternativa per rispondere ai bisogni delle famiglie contadine, specie nei momenti di carenza di liquidità, come nei periodi tra un raccolto e l'altro.

La Cassa conobbe uno dei momenti di maggiore sviluppo tra il 1915 e il 1945. In tutti quegli anni è sempre stato forte il legame con il territorio, che si è manifestato anche con la realizzazione, nel 1933, della Sezione Agraria. Già nel 1917 la Cassa acquistò una seminatrice meccanica da affittare ai contadini e si occupò di diffondere le moderne tecniche di coltivazione.

Intanto, era stato aperto un recapito a Villa Cortese e si cercava di ampliare la zona di operatività della Cassa.

Tale crescita era ostacolata dalle pressioni esercitate dalla Cariplo, che intendeva assorbire la Banca. Nel 1941, si arrivò a votare lo scioglimento, che fortunatamente incontrò il veto dell'allora presidente dell'Ente Nazionale fascista delle Casse Rurali, Oddone Fantini: dopo un brevissimo periodo di commissariamento, la Cassa fu salvata e non seguirono altri tentativi di assorbimento.

Il secondo Dopoguerra si aprì nel segno della progressiva affermazione dell’industria sul territorio, potente volano, questo, per uno sviluppo economico misurabile alla luce dell’aumento esponenziale del valore dello Stato patrimoniale dell’Istituto, del credito a medio termine e dei conti correnti. Di pari passo si affermò la natura non lucrosa della Banca, la stabilità delle cariche e la partecipazione alle assemblee, prova inconfutabile dell’interesse verso l’attività della Cassa.

Da sostegno per l’attività agricola, nei primi decenni d’attività, la Cassa divenne nel Dopoguerra fonte di credito indispensabile a tante famiglie per l’acquisto o la ristrutturazione della casa.

Data 1974 l’origine dell’espansione sul territorio con l’autorizzazione a operare sulle piazze dei comuni vicini. Un passo che, a partire dagli anni 80, inaugurò un periodo di crescita ininterrotta con l'apertura dei seguenti sportelli:
  • 1987 San Lorenzo di Parabiago
  • 1990 Villa Cortese
  • 1990 San Giorgio su Legnano
Nel 1994 la ragione sociale della Cassa Rurale, mutò in Banca di Credito Cooperativo. E riprese con vigore la politica di spansione sul territorio, con le aperture di altri tre sportelli:
  • 1994 Dairago
  • 1996 Olcella
  • 1997 Canegrate
Logo del CentenarioIl 1997 fu l’anno del Centenario: un secolo di vita per la Bcc di Busto Garolfo, che si apprestava a vivere un nuovo periodo di crescita, inaugurato con l’apertura di una filiale in una delle piazze più significative dell’Altomilanese:
  • 1999 Legnano
Con Assemblea straordinaria tenutasi in data 12 Settembre 1999, i soci della BCC di Busto Garolfo hanno espresso parere favorevole alla fusione per incorporazione con la consorella BCC di Buguggiate (VA). La nuova denominazione è, a partire dal 15 Novembre 1999, Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate S.c.r.l..
La fusione portò ad acquisire due nuovi sportelli:
  • la sede distaccata di Buguggiate
  • la filiale di Bodio Lomnago.
L’operazione segnò una svolta epocale per la banca, gettando le basi per l’unione delle aree cui i nuclei storici degli istituti facevano capo: l’Altomilanese e il Varesotto.
Un processo, questo, che si è completato il 28 ottobre 2007, con l’apertura della filiale di Somma Lombardo, la diciottesima nell’orbita BCC.
Le filiali inaugurate a partire dal 2001 suggeriscono la progressiva espansione della BCC sul territorio:
  • 2001 Varese
  • 2003 Busto Arsizio
  • 2004 Cassano Magnago
  • 2005 Castellanza
  • 2006 Buscate e Castano Primo
  • 2007 Samarate e Somma Lombardo

Logo del 110° annoSupplemento di soddisfazione per la BCC aver centrato l’obiettivo dell’unione operativa delle aree territoriali nel 2007, anno centodieci nella sua storia, festeggiato nel segno del territorio: l’humus, la ragione stessa della sua mission da sempre.

L’espansione sul territorio è proseguita con l’apertura della filiale di Gallarate, che ha portato a 19 il numero degli sportelli della banca. Il taglio del nastro è avvenuto a dicembre 2009, quando la crisi globale già mordeva il tessuto economico da un anno.

È del 2008 il conio dello slogan “Aiutiamoci a crescere”, la cui ratio ha dato forma a iniziative innovative che hanno accompagnato il cammino della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate per i successivi dieci anni. Come gli Univa Bond, studiata con gli industriali della provincia di Varese per sostenere l’attività produttiva. Sulla stessa linea, quella del dialogo con gli altri attori economici del territorio, la Bcc si è mossa per lanciare progetti come il mutuo cooperativo (destinato ai soggetti del terzo settore) e Merito Casa (frutto dell’intesa con i costruttori per facilitare l’acquisto della prima casa), ha sostenuto progetti di microcredito per le famiglie e le persone in cerca di lavoro, ha stretto accordi con associazioni di categoria e sindacati ed anticipato la cassa integrazione ai lavoratori e agli artigiani in attesa dell’erogazione del sussidio da parte dell’Inps.

Il periodo 2009-2013 è stato, in tutta Italia, quello più difficile dal punto di vista economico dal dopoguerra al terzo millennio. “Anni della grande crisi”, sono stati definiti, che hanno visto cadere sul campo centinaia di piccole e medie imprese dell’Altomilanese e del Varesotto. In questo quadro che si è via via complicato, come tutte le consorelle sparse per l’Italia, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha giocato nel suo territorio un ruolo che da più parti è stato definito come “anticiclico”, non facendo mancare il credito ai propri soci (nel frattempo cresciuti fino a quota 3.600) e clienti. E, anzi, aumentando anno dopo anno la percentuale degli impieghi verso la clientela nel momento più acuto del bisogno. Così, mentre tutto il sistema bancario ha chiuso il quinquennio con un saldo negativo sul tema degli impieghi, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha fatto segnare nello stesso periodo un +10%. E nel 2014, l’istituto risulterà essere la terza banca, tra tutte quelle del Credito Cooperativo italiano, per il finanziamento alle imprese.

Cinque anni, quelli dal 2009 al 2013, in cui il mondo bancario nel suo complesso è stato messo sotto pressione: situazione che ha alfine portato la Banca Centrale Europea ad intervenire con iniezioni di capitale. Così, nel 2014, la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate ha messo a disposizione dell'economia locale tutti i 35 milioni di euro assegnati dalla Bce attraverso il prestito Tltro (il prestito concesso alle banche dell’Eurozona dalla BCE, con rendimento poco superiore a quello del tasso di riferimento; di fatto liquidità data alle banche affinché la trasmettano nell’economia reale attraverso i prestiti ai privati)

Un lustro, quello dal 2009 al 2013, che è stato caratterizzato anche da scelte difficili ma necessarie. E per meglio servire il proprio territorio e ottimizzare tutta la propria struttura, la banca ha prima chiuso gli sportelli di Castano Primo e Buscate, poi razionalizzato le filiali di San Giorgio e Canegrate, inaugurandone nel 2015 una sola a cavaliere tra i due paesi, per arrivare nel 2016 ad aprire una nuova filiale ad Arluno, portando così a 17 il numero complessivo dei propri sportelli.

Sul fronte “interno”, oltre all’aumento del numero dei soci registrato in questi anni, a partire dal 2013 si sono intensificate le iniziative rivolte alla compagine sociale, per tentare di dare delle risposte ai bisogni maggiormente sentiti dalle persone. Nasce così la mutua della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, destinata ai soci e ai loro familiari, con screening sanitari mirati, convenzioni, accessi preferenziali alle strutture, e prendono corpo iniziative come quella di consegnare in anticipo la cosiddetta “busta arancione”, per aiutare i soci a comprendere la loro posizione pensionistica e valutare iniziate per guardare con maggiore serenità al futuro.

Tutto questo mentre l’intero mondo del Credito Cooperativo italiano comincia ad affrontare il processo della cosiddetta “autoriforma”, per arrivare alla creazione di un gruppo bancario unico, anche se a poco a poco prendono forza spinte regionali per arrivare alla costituzione non di uno, ma di due gruppi bancari cooperativi nazionali. Nel pieno e nel divenire di questo processo si è aperto il 2017, in cui la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate festeggia i suoi 120 anni di attività, nel segno della chiara scelta di aderire al gruppo di Iccrea-Holding.