
Una stretta di mano ha sigillato, nel pomeriggio di domenica 8 giugno, l’apertura della diciassettesima edizione di Donne In•Canto a Parabiago. Un gesto simbolico, ma tutt’altro che formale, quello tra Danila Battaglia, membro del consiglio di amministrazione della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, e Lucrezia Lante della Rovere, madrina e protagonista del primo appuntamento del festival. In quello scambio, caloroso e autentico, si è condensato lo spirito della manifestazione: un incontro tra donne, storie, culture, resistenze e solidarietà.
La cerimonia inaugurale si è svolta nella Sala Rossa di Villa Corvini alla presenza di numerosi rappresentanti istituzionali e culturali, tra cui l’assessora regionale alle Pari Opportunità, e ha confermato l’identità forte e coerente della rassegna, che unisce spettacolo e impegno civile.
In serata il Teatro di San Lorenzo ha accolto “Le Donne di Malamore”, uno spettacolo intenso tratto dall’opera di Concita De Gregorio. Con voce, corpo e anima, Lante della Rovere ha dato vita a figure femminili che, tra letteratura e realtà, hanno affrontato la violenza trasformandola in resistenza. «È stato un monologo toccante, di grande intensità», ha commentato Danila Battaglia
La rassegna, sostenuta dalla BCC di Busto Garolfo e Buguggiate in qualità di main sponsor, coinvolge quest’anno 17 comuni, con Parabiago come capofila. Il festival si articola in una ricca programmazione di eventi musicali e teatrali che si estenderanno per tutta l’estate e l’autunno.
Oltre alla qualità artistica, Donne In•Canto si distingue per il forte impatto sociale. Parte dell’incasso delle serate viene devoluto al progetto “La valigia per le donne”, destinato a sostenere le vittime di violenza.
E proprio in questa cornice, l’interesse mostrato da Lucrezia Lante della Rovere per la realtà del territorio ha colpito i presenti. «Si è mostrata molto interessata alla nostra realtà, ha apprezzato molti contenuti a sostegno del femminile», racconta ancora Battaglia.
A fare da filo conduttore all’edizione 2025 è Raffaella Carrà, icona di libertà e talento al femminile. «È stata la prima a mostrare con eleganza l’ombelico – ricorda Battaglia –. Ha portato avanti le sue idee con discrezione e bravura: sapeva cantare, ballare, ha fatto tutto». Una figura simbolo, scelta non a caso per accompagnare un festival che, con tenacia, dà voce alle donne e al loro coraggio.
«Come banca vogliamo vedere crescere, evolvere il nostro territorio non solo sotto un profilo economico, ma anche sociale, solidale, culturale», conclude Battaglia. E quella stretta di mano, in fondo, è stata più che un gesto: è stata una promessa, un impegno verso il sociale e le donne.