Un’occasione per conoscere l’autore, Liborio Rinaldi, che con tanta passione ha studiato la storia dell’autostrada e del suo ideatore. L’evento ha il patrocinio del comune di Gazzata Schianno e il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate.

A centouno anni esatti dall’inaugurazione dell’autostrada Milano–Varese, domenica 21 settembre 2025 alle ore 17 la Sala Consiliare di Villa De Strens, in via Matteotti 13/A a Gazzada Schianno, ospiterà la presentazione del libro “Inizia il futuro” di Liborio Rinaldi. L’evento ha il patrocinio del comune di Gazzada Schianno e il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. L’incontro celebrerà il pioniere Piero Puricelli, non solo il visionario che ha realizzato la prima strada bitumata d’Italia e la prima autostrada al mondo, ma anche il benefattore, le sconosciute collaborazioni siciliane con Vincenzo Florio jr e i difficili e controversi rapporti col fascismo.
Il volume “Lomnago 1921-1924. Inizia il futuro. Piero Puricelli: dalla prima strada bitumata d’Italia alla prima autostrada del mondo”, pubblicato nel settembre 2024, editore Macchione, racconta l’avventura di un uomo che trasformò un’intuizione in un’opera destinata a cambiare il volto della mobilità. «Era l’unico del suo paese ad avere un’automobile – spiega Rinaldi – ma per raggiungere Milano o Varese doveva percorrere strade tortuose e sconnesse, pensate per i carri e non per le vetture».
«Piero Puricelli era di Castronno, abitava nella villa di famiglia assieme al fratello; poi si sposò, ebbe un figlio e così nel 1911 si trasferì a Lomnago, comprando la settecentesca villa Manzi Fé, che da allora si chiama Villa Puricelli ed è stata trasformata in un'importante RSA.
Puricelli era l’unico del paese ad avere l’automobile e per andare ad Azzate e da lì in tram a Varese oppure a Milano, o a Gazzada per prendere il treno, impiegava ore e ore, perché le strade non erano adatte alla nascente viabilità automobilistica. Le strade di allora erano tortuose, salivano e scendevano. C’era una legge regia che diceva che le strade dovessero toccare tutti i paesi, i cascinali, perciò esse erano in pratica i vecchi sentieri appena un po’ allargati per far passare i carri. Percorrerle con l’automobile non era facile.
Allora Puricelli ebbe un’idea, oggi forse banale, ma allora geniale: mise una bandierina a Bodio Lomnago, una ad Azzate e tirò una linea dritta. Questo primo tracciato fu l'intuizione da cui poi nacque la Milano-Varese. Iniziò i lavori nell’ottobre del 1920 e li terminò nell’ottobre del 1921. Nacque così la prima strada bituminata d’Italia, lunga 3,5 chilometri.
Fu un’avventura: era tutto da inventare — l’organizzazione del lavoro, l’afflusso dei materiali, come far arrivare il pietrisco, le betoniere… Organizzò tutto dal nulla, non essendoci esperienze simili.
La strada costò 135 mila lire, che sarebbero dovute arrivare da finanziatori esterni, ma alla fine la pagò tutta Puricelli. A lui interessava realizzarla non solo per spostarsi con l’auto, ma anche come prova della futura autostrada Milano-Varese.
Quella che chiamiamo Autolaghi avrebbe dovuto costare 75 milioni, che a consuntivo divennero 90. Per coprire i costi ebbe un’altra idea innovativa: disse allo Stato «Non mi dai una lira, io faccio un azionariato, metto un pedaggio e mi concedi una concessione di 50 anni. Così, attraverso il pedaggio, poco alla volta rientro dai costi, perché chiaramente non ho i 90 milioni che sono costati gli 85 chilometri di autostrada».
Per il tracciato applicò lo stesso metodo della strada di Lomnago: mise una bandierina a Gallarate, una a Milano e tracciò una linea; poi una bandierina a Varese e tirò un'altra linea. L’unica curva della strada, che ancora oggi esiste, è quella di Gallarate; da Milano a lì, forse non ce ne accorgiamo, ma non si gira mai il volante. Lo stesso per la bretella di Como: da Lainate, un altro tratto diritto e così per Vergiate. Con tre segmenti di retta progettò l'intera autostrada. Ora non restava che realizzarla!
L’impresa non fu semplice: bisognava costruire tutti i sovrappassi e sottopassi; la strada doveva restare in piano, quindi servivano sbancamenti e bisognava superare tutti i paesi. Saltò Gallarate, Busto, Rho, Saronno e gli altri, e anche allora gli dissero: «Ma come, tu fai una strada e poi mi salti!». «Certo — rispose — ma vi dò la possibilità di entrare con una viabilità minore in autostrada e poi arrivare in un attimo a Milano». Così creò sviluppo: se ne avvantaggiò l’industria, ma anche il turismo, perché collegò Milano ai laghi.
L’evento del 21 settembre ha il patrocinio del comune di Gazzata Schianno e il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. «Valorizzare le radici e la capacità di innovare che hanno reso possibile un’opera come la Milano–Varese significa dare continuità a quello spirito di sviluppo e coesione che la nostra Bcc sostiene ogni giorno a favore della comunità» – ha dichiarato Andrea Rinaldi, consigliere della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate – «Si è trattato di un’opera storica talmente importante che ha cambiato il volto dei nostri territori. Celebrare in questa importante ricorrenza l’ingegno e la lungimiranza di Piero Puricelli è doveroso».
L’appuntamento rientra in una settimana di iniziative dedicate al genio di Piero Puricelli: fino al 21 settembre, negli orari di apertura degli uffici comunali, Villa De Strens ospita una mostra di fotografie storiche, con immagini inedite della costruzione dell’autostrada Milano–Varese. L’esposizione è stata curata dall’associazione fotografica Arcobaleno di Castronno, che ha ottenuto delle foto inedite dalla ditta Gabri, una delle aziende che hanno lavorato al cantiere dell'autostrada.