All’accensione dell’albero sindaco e presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate uniti per augurare a tutti “Buone Feste”

Il giorno della festa dell’accensione dell’albero di Natale è sembrato un respiro collettivo, un gesto di comunità che abbraccia e avvolge. La festa è cominciata già al mattino a Olcella, dove il risveglio del paese aveva il profumo delle prime musiche e delle voci dei bambini, e dove l’attesa sembrava muoversi nell’aria come una promessa sottile. Da lì, come un fiume che si ingrossa cammin facendo, la celebrazione ha raggiunto il cuore di Busto Garolfo, portando con sé entusiasmo, colori, e quel senso di continuità che unisce le frazioni a tutto il paese.
I bambini delle scuole, arrivati in piazza con i loro cappelli rossi da Babbo Natale, erano una piccola orchestra di sorrisi. I cappelli ondeggiavano mentre correvano, cantavano, agitavano le mani; sembravano tante fiammelle allegre che accendevano l’atmosfera più ancora delle luci che di lì a poco avrebbero illuminato l’albero. I loro cori, le loro decorazioni, i loro occhi grandi e curiosi erano il cuore pulsante della giornata, la testimonianza di una comunità che cresce insieme ai suoi piccoli.
Il sindaco, Giovanni Rigiroli, è arrivato tra i cittadini con la naturalezza di chi conosce bene il ritmo del paese, e la sua presenza ha dato alla festa il tono istituzionale ma caldo che solo le ricorrenze condivise sanno generare. Accanto a lui, Roberto Scazzosi, il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, presenza costante e familiare, ha portato il senso di un sostegno che non è mai formale, ma affonda nei gesti concreti, nei progetti che crescono e nelle iniziative che accompagnano i momenti più sentiti della comunità.
La festa, durata un giorno intero, ha trasformato le vie del centro in un piccolo universo di musiche, risate e profumi. Le bancarelle, la curiosità delle famiglie e l’energia dei bambini hanno disegnato un percorso fatto di tappe ma soprattutto di incontri. Ogni angolo sembrava raccontare qualcosa: la gioia di un gioco, il calore di un abbraccio, la leggerezza di una risata.
E poi, quando il sole ha iniziato a cedere alla sera, la piazza si è raccolta attorno all’albero: un invito a ritrovarsi, a custodire il senso autentico delle feste, a ricordare che la luce non è solo addobbo, ma presenza, relazione, costruzione comune.
E quando l’interruttore è scattato, l’albero si è acceso come un pensiero luminoso. Le luci si sono arrampicate tra i rami, hanno toccato il cielo e hanno disegnato un soffio d’oro tra le case. Per un istante, breve ma intenso, Busto Garolfo è apparsa come una piccola costellazione, un luogo dove ogni luce rispecchiava un volto, una storia, un’attesa.
La festa è continuata ancora un po’, finché il freddo non ha iniziato a pizzicare le mani e le famiglie si sono rimesse in cammino verso casa. Ma l’albero è rimasto lì, vigile e gentile, a custodire le voci della giornata e a promettere a tutti che, finché le sue luci brilleranno, il paese potrà ritrovarsi ancora, unito sotto lo stesso cielo.