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10/03/2022
Tra pandemia e guerra, questo è un territorio che continua a guardare avanti. La nostra Bcc ha aperto l’incontro con Cottarelli a Legnano

Il presidente della nostra banca Roberto Scazzosi chiamato a introdurre la serata con l’economista e organizzata dal Centro Culturale San Magno in collaborazione con la Famiglia Legnanese, Politics Hub e l'Associazione Alcide De Gasperi

Due anni di pandemia e poi la guerra. Se il passato recente è di grande ripresa, l’immediato futuro è caratterizzato da una profonda incertezza. Carlo Cottarelli, economista ed ex direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale, attualmente Direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica, è intervenuto lunedì scorso7 marzo a Legnano all’incontro organizzato dal Centro Culturale San Magno in collaborazione con la Famiglia Legnanese, Politics Hub e l'Associazione Alcide De Gasperi. A introdurre il partecipato appuntamento, è stato chiamato il presidente della nostra Bcc, Roberto Scazzosi quale rappresentante di un istituto che opera sul territorio e al territorio dedica una grande attenzione.

«I due anni che ci siamo lasciati alle spalle hanno rappresentato una sorta di bolla temporale dove i provvedimenti del Governo hanno dato respiro agli imprenditori e, chi ha saputo innovare, è cresciuto. Dal nostro osservatorio con quasi 5 mila soci e gli oltre 60 mila clienti, forse proprio per la particolare natura cooperativa della nostra Bcc e per il fatto che chi si rivolge al nostro ecosistema è essenzialmente caratterizzato da voglia di mettersi in gioco, di reagire, di crescere, non abbiamo segnali di particolari tensioni del contesto economico. Anzi. In questi due anni non abbiamo registrato un incremento del credito deteriorato, anzi si è dimezzato, e dalla pandemia ad oggi abbiamo continuato a erogare credito a famiglie e imprese». In quadro di sostanziale ritorno alla normalità, il conflitto in Ucraina ha rotto gli schemi. «Che anni ci aspettano?», si è chiesto Scazzosi. «L’aumento dei costi delle materie prime crea un stato di incertezza e acuisce le prospettive di insolvenza». Per il presidente della nostra Bcc, due sono le strade battute dalle imprese: «Concentrarsi sulla domanda repressa dei clienti esistenti, oppure impegnarsi in un processo di diversificazione della clientela e dei mercati». Due strade che però non bastano a delineare il futuro dell’economia italiana. La guerra in Ucraina ha aperto più variabili che diventano fonte di preoccupazione: da quella energetica alle sanzioni. Per Cottarelli, se le sanzioni «sono state un atto giusto e rappresenteranno un elemento di contrattazione in futuro», il fronte energetico potrebbe dare qualche pensiero in più. «Possiamo usare le riserve strategiche, riattivare le centrali a carbone e ottenere di più dalle nostre trivelle, ma sostituire i 30 miliardi di metri cubi di gas che ci arrivano dalla Russia non è semplice».

Cosa succederà allora? «Se la guerra dovesse terminare presto – fatto che tutti ci auguriamo – e non si dovesse arrivare alla chiusura delle forniture di gas, credo che il 2022 possa ancora chiudersi con un segno positivo per crescita economica». Ma da questa situazione è possibile ricavare almeno due riflessioni. Innanzitutto che «dovremo stare attenti a dove andremo a investire le nostre risorse», ha aggiunto Cottarelli. «Riscopriamo l’importanza della geopolitica e, anche all’interno di un mondo globalizzato, le scelte non devono essere “piatte” perché non è uguale investire in Cina o da un’altra parte». Non certo secondo, l’invito a una “piccola” reazione per contrastare l’inflazione. «L’aumento dei prezzi non dipende dallo Stato , ma da fattori stranieri. E quello che si perde deve essere colmato insieme, magari riducendo un pochino il consumo energetico». Con una postilla: «Abbiamo messo un po’ troppi vincoli sulla politica energetica. Se ci sono troppi vincoli si pagano le conseguenze».

cottarelli