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11/12/2009
Arriva il nuovo calendario Bcc: il 2010 visto dall’alto dei campanili

Le città imparano a comunicare per promuovere se stesse. I campanili diventano il punto di sta privilegiate da cui osservare il territorio circostante. Il calendario diventa, in questo senso, strumento di marketing territoriale. Lo sa bene la nostra Bcc, che per il 2010 propone ai suoi clienti ed alle aziende del territorio un calendario molto particolare: ritrae i paesaggi visti dai campanili del territorio dove opera la banca. La pubblicazione si può trovare da lunedì 14 dicembre in distribuzione in tutte le filiali, e in alcune aziende del territorio che per tutto il prossimo anno hanno deciso di associare il loro marchio a quello della nostra banca.
“La comunicazione che vogliamo lanciare è diretta non solo all'esterno ma anche, e forse innanzitutto, all'interno, ai cittadini. - spiega Luca Barni, il nostro direttore generale - Vogliamo rafforzare il senso di appartenenza dei cittadini e delle aziende al nostro e loro territorio di origine, così sarà più facile comunicare all'esterno una immagine vincente. Gli strumenti a disposizione per promuoversi sono svariati e ciascun luogo sceglie di utilizzare quelli più coerenti alle proprie esigenze e ai propri obiettivi: campagne pubblicitarie, slogan, televisione, internet, merchandising. Noi per il 2010 abbiamo scelto il calendario. Proponiamo un progresso più a misura d'uomo, coerente con i valori, che da sempre sostengono il Credito Cooperativo e per farlo abbiamo scelto di gardare il mondo dall'alto dei nostri campanili".
Un tempo i campanili erano considerati un mezzo di comunicazione privilegiato tra divino e umano, per via della loro altezza e della possibilità di far risuonare in alto la voce dell'uomo, mentre altre tradizioni li consideravano amplificatori della voce di Dio. Per tutti, avevano e in parte conservano ancora oggi, il compito di annunciare nascite, morti, eventi drammatici come guerre o calamità naturali, ma anche fatti gioiosi di cui rendere partecipe la comunità.
“L'idea di scattare immagini dai campanili è piaciuta molto a soci e clienti, quindi quest'anno abbiamo deciso di proseguire il nostro viaggio nel territorio in cui la Bcc opera - dice il nostro presidente, Lidio Clementi -. Il significato di questa scelta non è casuale: è all'ombra del campanile che si consuma da sempre la storia della comunità. Per una banca come la nostra, che ha fatto del territorio in cui opera la sua forza, ci sembra il punto di vista più importante».
Il soggetto dei prossimi dodici mesi in compagnia con la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate saranno le vedute dall'alto di Varese, Legnano, Busto Arsizio, Bodio Lomnago, Canegrate, Parabiago, Olcella, Buscate e Dairago. Immancabili, ovviamente, Busto Garolfo e Buguggiate, le due località simbolo della nostra Banca.
Arrampicarsi sui campanili per immortalare il paesaggio è un'esperienza insolita. Lo sa bene il fotografo che ha realizzato gran parte degli scatti, Federico Caruso: «I parroci sono stati molto disponibili quando li ho chiamati per fissare l'appuntamento e, in alcuni casi, anche un po' incuriositi dalla richiesta. Qualcuno (non molti, in verità), mi ha anche accompagnato». Arrampicarsi fino in cima è un'esperienza avventurosa e anche faticosa: «Alcune torri campanarie sono state recentemente restaurate e sono ben tenute, altre non sono praticate da anni e si vede - racconta il fotografo -. Di certo, per fare questo lavoro il primo requisito è non soffrire di vertigini, ma anche avere un buon fiato per salire fino in cima con tutta l'attrezzatura, in condizioni non sempre agevoli. Spesso mi sono arrampicato su pioli, scale a chiocciola, spuntoni che uscivano dal muro. Una volta in cima, piccioni a parte, non manca la soddisfazione di vedere la città dall'alto, da una prospettiva che solo a pochissimi è riservata». Guardando in basso si scorgono le strade, gli edifici, i punti di riferimento di tutti i giorni da una prospettiva nuova. Il mondo di tutti i giorni cambia forma, si ridisegna la geografia. Un rischio del mestiere è quello di programmare lo scatto a un orario sbagliato: «Mi è capitato di essere in cima quando, inaspettatamente, le campane hanno iniziato a suonare. Un frastuono infernale, roba da perderci l'udito».
Il frutto del lavoro sarà sotto gli occhi di tutti per dodici mesi.