La Protezione civile di Busto Arsizio ha festeggiato sabato 3 ottobre al Museo del Tessile i suoi 10 anni con un convegno sull'intervento in Abruzzo per il sisma e una mostra di mezzi e strutture nel parco. Una giornata che ha coinvolto moltissimi volontari di Busto e della provincia di Varese, ma non solo; una manifestazione che ha visto protagonista anche la nostra Bcc, sempre al fianco del mondo del volontariato. Il "compleanno" è stato festeggiato con un convegno interprovinciale -il primo dedicato ai gruppi dell'Insubria e dell'Alto Milanese- e l'inaugurazione del nuovissimo Centro di gestione emergenze che la Protezione civile di Busto Arsizio ha acquistato anche grazie ai fondi regionali.
Tra gli interventi della mattina, atteso quello del "papà" della Protezione civile, il varesino Giuseppe Zamberletti, già senatore, oggi presidente del Centro Nazionale Volontariato. Zamberletti, ha ribadito l'importanza della Protezione civile in quanto «funzione e struttura»; un qualcosa che fin dal suo concepimento necessitava di un'azione di comando e coordinamento forte e chiara. Necessità che emerse attraverso le due grandi tragedie del Friuli (1976, due sismi devastanti a mesi di distanza l'uno dall'altro) e dell'Irpinia (1980, ma la scossa fece danni gravi e vittime da Napoli a Potenza). Disastri enormi, ben più gravi di quello abruzzese del 2009, limitato se non altro nell'area territoriale interessata dalle scosse: mille morti nel primo, quattromila nel secondo. Fin da allora, ha raccontato Zamberletti, fu chiaro che, se un commissario straordinario, quale lui stesso era stato nominato dal governo, doveva poter operare, doveva anche disporre della necessaria autorità. La chiese e la ebbe: la Protezione civile muoveva i primi passi. Da allora la realtà è cambiata: «Un tempo dopo il terremoto si pensava alla ricostruzione», ha proseguito. La filosofia poi è cambiata. Strategica è stata l'idea di formare gruppi comunali di Protezione civile: gente più determinata e capace si è messa insieme creando una struttura pronta e flessibile a un tempo ponendo la Lombardia come la regione con più mezzi e uomini. Davanti a un'emergenza, ha continuato Zamberletti, occorre evitare la cosiddetta "sindrome del terremotato": «La battaglia da vincere è quella della speranza; quella di far tornare la gente alle sue attività, alla sua vita».
Al convegno sono intervenuti anche il sindaco di Busto Arsizio, Gigi Farioli, l'assessore provinciale di Varese, Rienzo Azzi, e il dirigente del dipartimento nazionale della Protezione Agostino Miozzo, oltre a "tecnici" che hanno affrontato le tematiche specifiche del lavoro svolto e tuttora in svolgimento in Abruzzo.
Al termine, è stato inaugurato il Centro di gestione delle emergenze. «Si tratta di una "cittadella di comando" mobile -ha spiegato Davide Piovesan responsabile e dirigente del gruppo di Protezione civile di Busto Arsizio- Una struttura che diventa il punto di riferimento per il coordinamento degli interventi in caso di emergenza: è autosufficiente e collegata al satellite». Per tutta la giornata, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Polizia locale, Esercito, Polizia e altri gruppi di protezione hanno proposto una mostra di mezzi nel cortile del museo del Tessile.
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08/10/2009
«La Protezione civile deve essere una struttura»