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16/05/2011
Osservatorio Bcc: cala il risparmio, famiglie ancora in crisi

Il vero problema del territorio industriale per eccellenza in Italia, l'Altomilanese e il Varesotto, si chiama occupazione. Se qui, 50 anni fa, per trovare lavoro bastava suonare pochi campanelli delle imprese presenti e un posto c'era, oggi, a fronte dei numerosi licenziamenti, i consumi e i risparmi stanno calando. «Le previsioni econometriche parlano chiaro -conferma Luca Barni, il nostro direttore generale -: il problema vero è l'occupazione. Infatti, se la prima benzina dell'economia sono i consumi e, questi, stante un livello alto di disoccupazione, scontano la perdita di potere d'acquisto delle famiglie, come si riguadagna quota? Ci sono, è vero, i risparmi, ma soltanto se l'occupazione rialzerà la testa i consumi riprenderanno quota in modo apprezzabile, mantenendo una certa stabilità».
La nostra Bcc reagisce alla crisi andando incontro sia alle aziende che ai privati. Assieme vuole, quando possibile, parare il colpo degli effetti della crisi e prepararsi a tempi migliori. Che significa: mai cedere alle mode, mai farsi abbagliare dalla prospettiva di guadagni eclatanti ma, francamente, poco credibili. In banca entrano così il Crm ed i prodotti assicurativi. Proprio le famiglie, con la diminuzione delle capacità di reddito, devono ritrovare quei sani principi del risparmio che fino a non molto tempo fa erano una caratteristica tipicamente italiana. È il momento, insomma, di tornare al risparmio, dopo qualche eccesso nei consumi voluttuari: cattivo costume alla base della crisi Usa. «Crm significa analisi delle migliori possibilità per investire in prodotti che spaziano dalla casa alla scuola alla salute, incluso il mare magnum assicurativo -spiega Adalberto Tomasello dell'area Mercato della nostra Bcc - fidelizzando la clientela. Prodotti che prima si acquistavano da soggetti diversi ora sono disponibili in Bcc, con il vantaggio di creare, con un solo interlocutore, una filiera di valore, ma facendo anche cultura finanziaria, con i migliori prodotti che rispondano a esigenze reali». Anche questo è un antidoto alla crisi, specie a quella dei valori.
Le Bcc sono nate per sostenere l'economia prima contadina e poi industriale, sono da sempre legate agli imprenditori e all'economia reale. «Il mondo del Credito cooperativo -spiega il nostro vicedirettore, Feliceangelo Canton- si è sempre distinto per essere un artigiano del credito, attento a garantire la massima sicurezza ai suoi risparmiatori; si è costruito una credibilità facendo della sana e prudente gestione la sua bandiera. Quindi niente guadagni stellari, ma nemmeno perdite rovinose. E questa condotta ha pagato negli ultimi anni. Adesso, sempre con questa attenzione, dobbiamo proporre alla nostra clientela altri prodotti e servizi, ma per farlo dobbiamo conoscerli bene ed essere convinti della loro bontà. Da qui l'importanza della formazione per la consulenza finanziaria e per il Crm». Proprio questo acronimo, leggi Customer Relationship Manager, ossia gestione dei rapporti con la clientela, sigla, come novità, il 2011 della nostra Bcc, perché da marzo questo servizio è attivo su tutta la rete Bcc. «Si tratta di un cambiamento epocale -è il commento di Adalberto Tomasello, responsabile dell'area Mercato della nostra Bcc- perché arriva al momento giusto, adesso che al mercato servono stimoli per tornare a regime. Con il Crm, programma che traccia il profilo del cliente individuando i prodotti che più gli si addicono, la banca diventa attiva, dando impulsi alla clientela, sia aziende sia famiglie, per gestire al meglio le proprie liquidità».
E se la maggioranza delle imprese attende tempi migliori, augurandosi che l'attesa non si prolunghi troppo, di questi tempi anche i privati hanno i loro grattacapi. «C'è un disorientamento generalizzato fra i risparmiatori: nessun prodotto sembra più sicuro, dopo che anche i titoli di stato, negli ultimi tempi, hanno scricchiolato -racconta Carlo Crugnola, responsabile area Finanza della nostra Bcc -. I tassi sono al minimo; con le azioni e le obbligazioni si sono già rimediate perdite consistenti: che cosa devo fare, ci chiede il cliente?». È qui che può giocare il suo ruolo la banca, con una consulenza finanziaria di alto profilo rivolta a quei risparmiatori che hanno capito che fare da sé non è più così produttivo ». Del resto, se la ripresa è mossa da spinte lontane e a volte misteriose, a ogni livello è comunque possibile attrezzarsi per parare il colpo degli effetti della crisi e preparare tempi migliori in cui crescere insieme. È una strategia che deve partire dall'interno della banca per potersi trasmettere ai soci, ai clienti e a tutto il territorio. I dati sono lì a dimostrarlo, nel 2010, l'anno più critico di sempre per tante consorelle del Credito Cooperativo, la Bcc sale per impieghi e per raccolta complessiva, il che significa che raccoglie, oltre alle risorse, anche la fiducia del territorio in cui opera. «Siamo e dovremo essere sempre più una banca orientata al cliente -rimarca il vicedirettore della nostra Bcc, Feliceangelo Canton-, e questo richiede una professionalizzazione che parte da noi. In questa chiave sono stati pensati i tanti momenti formativi che hanno interessato tutto il personale in questi anni. Ormai i software sono irrinunciabili nel lavoro in banca, ma sono e saranno sempre gli uomini a usarli; una macchina, in sé, non può fare la differenza. Naturalmente, i prodotti e i servizi che offriamo sono sempre più numerosi e complessi, e qui, proprio nel processo di cambiamento via via più rapido che interessa la nostra banca, si innesta lo spirito di sempre della Bcc».
La nostra Bcc, come da sempre è tradizione, soffre e gioisce assieme al territorio, alle aziende ed alle persone, che lavorano con i suoi sportelli. In questa crisi, come si è mossa e si muoverà? «Da azienda dobbiamo ragionare con una gittata a medio-lungo termine - spiega Luca Barni, il nostro direttore generale -: la gestione dell'oggi è sovente passiva e manca di programmazione, quella su cui siamo orientati noi è prospettica. Non faremo mancare il credito alle aziende, ma vogliamo lavorare con loro e con le famiglie in maniera prospettica, perché la ripresa diventi sempre più vicina».